Tra i non addetti ai lavori c’è ancora poca chiarezza su chi sia uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatra e su quali siano le loro competenze; oppure su quale sia la differenza tra uno psicologo e uno psichiatra o tra uno psicologo e uno psicoterapeuta. Ancora più confusione c’è sulla terapia di coppia, la terapia di un adolescente o quella infantile. In molti invece si chiedono come vada curata una depressione (psicofarmaco o psicoterapia?), bene, prendiamoci del tempo e cerchiamo di fare chiarezza...
Chi è uno psicologo?Uno psicologo è un laureato in scienze psicologiche che, a seguito dell’esame di stato, viene abilitato alla professione di psicologo. La sola laurea in psicologia, in assenza di abilitazione alla professione, che avviene tramite il superamento all’esame di stato e l’iscrizione all’ordine, non permette di esercitare la professione di psicologo clinico. Qualunque psicologo che lavora nell’ambito sanitario è dunque laureato in psicologia e iscritto all’ordine degli psicologi della propria regione (http://www.opl.it/Albo/Albo_search.asp?MEC_ID=300&MEC_IDFiglie=0).
Cosa può fare uno psicologo clinico?Uno psicologo clinico è uno psicologo abilitato a svolgere la propria professione nell’ambito clinico. Tale abilitazione permette di somministrare test, fare diagnosi, perizie, consulenze e colloqui psicologici individuali di coppia o famigliari. Gli ambiti di intervento di uno psicologo sono: psicologia clinica, diagnosi clinica, abilitazione e riabilitazione psicologica, psicologia del lavoro e delle organizzazioni, psicologia dell’educazione e dell’orientamento (anche detta psicologia scolastica nello specifico), psicologia di comunità, psicologia della salute e psicologia dello sport.
Che test può fare uno psicologo?Uno psicologo può somministrare tutti i test che rientrano nell’ambito psicologico. Si va da test per valutare le capacità cognitive, come il test d’intelligenza (WAIS-R) o test per valutare un deterioramento mentale dovuto alla demenza, test su capacità specifiche, come la memoria, test per valutare la depressione, piuttosto che test sulla personalità svolto tramite colloqui psicologici, come la Scid II, o test proiettivi, come il test delle macchie o Rorschach.
Che differenza c’è tra uno psicologo e uno psicoterapeuta?Uno psicoterapeuta è colui che, una volta conseguita la laurea in medicina o psicologia, si specializza, tramite il conseguimento di un diploma, in psicoterapia. Lo psicologo ha solo superato i 5 anni (3 più 2 nel nuovo ordinamento) di psicologia, mentre lo psicoterapeuta ha conseguito la laurea in psicologia (5 anni) più la specialità (4 anni). Le scuole di specialità sono tutte postlaurea e richiedono l’iscrizione all’ordine degli psicologi, nonchè l’abilitazione ad esercitare la professione, e la frequenza ai corsi dura quattro anni così come il tirocinio.
Il conseguimento del diploma di specialista in psicoterapia dà la possibilità di iscriversi all’albo degli psicoterapeuti e di esercitare la professione.
Lo psicoterapeuta, a differenza dello psicologo, può fare psicoterapie. La psicoterapia può essere, a seconda del numero dei soggetti chiamati in causa: psicoterapia individuale, psicoterapia di coppia (due soggetti), psicoterapia famigliare e psicoterapia di gruppo (fino a 12 persone).
Chi è lo psichiatra?Lo psichiatra è un laureato in medicina, iscritto all’ordine dei medici, e specializzato in psichiatria. Il percorso formativo dello psichiatra fa sì che abbia una preparazione dettagliata sugli aspetti biologici delle patologie psichiche. Lo psichiatra, in quanto laureato in medicina, può somministrare farmaci e il suo intervento è solitamente focalizzato sul trattamento farmacologico. Lo psicologo non somministra mai farmaci perchè non ha una formazione adeguata e perchè ciò è in conflitto con il codice deontologico del suo ordine.
Che differenza c’è tra psicologo e psichiatra?Lo psichiatra è un laureato in medicina e specializzato in psichiatria, lo psicologo è un laureato in psicologia senza alcuna specializzazione. Per questo motivo lo psicologo non può fare psicoterapia e per poter diventare psicoterapeuta deve diplomarsi tale presso una scuola di psicoterapia riconosciuta dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca). In realtà non si può paragonare lo psichiatra allo psicologo perchè il primo è specializzato e l’altro no, il primo può somministrare una terapia mentre il secondo no. Ha senso invece chiedersi la differenza tra psicoterapeuta e psichiatra. Entrambi sono laureati ed entrambi specializzati al fine di proporre interventi terapeutici.
Quanto dura una psicoterapia?I tempi sono differenti da persona a persona, da intervento a intervento. Non esistono tempi predeterminati perchè i tempi di risposta alla terapia sono individuali.
Così come i tempi dello sviluppo del linguaggio sono diversi da bambino a bambino, così come i tempi di risposta ad un antidepressivo sono individuali, anche i miglioramenti durante una psicoterapia sono soggettivi.
Con ciò è chiaro che un intervento psicoterapeutico più focalizzato, come quello su una fobia, può essere più breve rispetto ad un intervento sulla personalità, sull’autostima, sulle relazioni o sulla depressione. Ma anche in questa specifica ci sono delle eccezioni perchè la cosiddetta fobia sociale vuole un intervento più lungo che un trattamento di una fobia semplice come quella dei ragni o degli uccelli. Il tempo può dipendere non solo dalla patologia ma anche dall’età: solitamente, ma anche questa non è una regola rigida, la psicoterapia in un adulto dura di più che in un adolescente.
Come funziona una psicoterapia?La risposta a questa domanda non è semplice. Sicuramente i due strumenti principali del percorso psicoterapeutico sono il linguaggio e la relazione. Nell’ambito delle psicoterapie ci però sono vari orientamenti, che partono da teorie diverse e che improntano il loro intervento su aspetti diversi. Tra i tanti orientamenti i più famosi sono l’orientamento cognitivo-comportamentale, quello cognitivista, l’analisi transazionale e i vari orientamenti dinamici. L’orientamento dinamico include tutti gli approcci psicoterapeutici di tipo psicoanalitico. Ogni orientamento psicoterapeutico ha delle proprie tecniche d’intervento, anche se talvolta le differenze pratiche di approccio alla patologia possono non essere così marcate. Quindi sicuramente tutte le psicoterapie usano il linguaggio e la relazione, alcune suggeriscono compiti da eseguire, piuttosto che esercizi da fare durante la seduta ma dipende molto dalla tipologia di psicoterapia, d’intervento e di forma di sofferenza.
Quale frequenza hanno le sedute di psicoterapia?Dipende da caso a caso. In linea di massima si parte da una volta a settimana in su. Sicuramente una volta a settimana è il minimo indispensabile per affrontare un percorso psicoterapeutico di qualsiasi tipo. Con una frequenza di una volta al mese o due è difficile, se non impossibile, fare una psicoterapia. Una frequenza così sporadica è più tipica di interventi di supporto psicologico o di consulenze che mirano ad attutire gli effetti della crisi psicologica in atto senza l’obiettivo di estinguerla o di lavorare sulle cause.
Che domande fa uno psicoterapeuta o uno psichiatra?Sicuramente, all’inizio del colloquio, sia lo psicoterapeuta (o psicologo) che lo psichiatra chiedono il motivo della visita e, dunque, di descrivere il disagio che ha portato la persona a cercare un aiuto. Successivamente si può cercare di capire quando, come e se c’è qualcosa che può avere causato la sofferenza. Queste domande sono abbastanza standard e vengono proposte molto frequentemente dagli specialisti del disagio psichico psicologo, psichiatria o psicoterapeuta che sia. Le domande successive dipendono molto da caso a caso e da specialista a specialista. Lo psichiatra può soffermarsi di più su un’indagine medica (malattie pregresse, disturbi fisici, esami, etc..) o su un eventuale famigliarità del disturbo, mentre lo psicoterapeuta può approfondire maggiormente la storia personale del soggetto ma, al di là di questa tendenza, la restante parte del colloquio varia molto a seconda dei casi.
Quando c’è bisogno di una psicoterapia?Ogni qualvolta che c’è una forma di sofferenza psicologica. Rientrano in questa definizione generica l’ansia, gli attacchi di panico, la depressione, l’anoressia, la bulimia, i disturbi comportamentali, le fobie, le ossessioni, disregolazioni emotive, lutti irrisolti, instabilità nei rapporti interpersonali o problemi di autostima. Sarà poi il professionista a valutare se quella forma di sofferenza è di sua pertinenza o debba essere curata da un altro specialista, psichiatra o psicoterapeuta più esperto nell’ambito. Sicuramente la motivazione ad intraprendere un percorso psicoterapeutico è un elemento fondamentale per una psicoterapia.
Chi è uno psicoanalista?Uno psicoanalista è uno psicoterapeuta con una formazione psicoanalitica. All’interno della metafora degli insiemi è come se lo psicoterapeuta fosse un macro insieme dove rientrano i vari tipi di psicoterapeuti (cognitivo comportamentale, getaltiano, adleriano, relazionale, sistemico relazionale, cognitivista, bioniano, individuale, di gruppo o lo psicoterapeuta di coppia). Il percorso di uno psicoanalista prevede una formazione analitica didattica e, nella stragrande maggioranza dei casi, un percorso analitico personale che fa sì che anche l’analista abbia intrapreso un’analisi individuale. Nell’ambito degli psicoanalisti ci possono essere vari orientamenti. I più conosciuti sono gli psicoanalisti Freudiani che si rifanno in gran parte ai modelli teorici del padre della psicoanalisi. Poi ci sono altri psicoanalisti, meno legati al modello pulsionale freudiano, come quelli junghiani, adleriani piuttosto che gli psicoanalisti relazionali. Gli psicoanalisti relazionali credono che la relazione sia un elemento fondante l’uomo, ancor più che la pulsione. Per questo hanno una visione innovativa e dinamica della psicoanalisi.
Tutti gli psicoanalisti usano il lettino?No, non tutti gli psicoanalisti usano il lettino. Gli psicoanalisti più legati all’uso del lettino sono gli psicoanalisti freudiani. Al contrario gli psicoanalisti relazionali, piuttosto che gli junghiani, non usano il lettino ma uno studio con due poltroncine una di fronte all’altra. Questa scelta tecnica non si basa su ragioni pratiche ma trae le sue origini da presupposti teorici ben precisi, come per esempio l’importanza della relazione.
Quanto costa una seduta psicologica? Una psicoterapia?I prezzi variano da professionista a professionista che, a seconda dell’esperienza e della professionalità, adotta un onorario personale. Un consulto o un colloquio psicologico costano meno di una seduta di psicoterapia, proprio perchè lo psicoterapeuta, a differenza dello psicologo clinico, ha una competenza e specializzazione maggiore, come spiegato precedentemente. Qualsiasi sia la scelta deve rientrare all’interno del tariffario ufficiale dell’ordine degli psicologi che sancisce un prezzo minimo e massimo per ogni tipologia di prestazione. La seduta di psicoterapia individuale può costare, per esempio, dalle 40 alle 140 euro a seconda dell'esperienza, competenza o della scelta individuale del terapeuta.
Quanto dura una seduta psicologica o di psicoterapia?Anche questa è una scelta individuale. Solitamente una seduta di psicoterapia può durare dai 40 ai 50 minuti, spessissimo 45 minuti. Il tempo di solito è fisso e si tende a mantenere così per diversi motivi che riguardano sia questioni pratiche, la capacità umana di mantenere l’attenzione, sia presupposti teorici ben precisi. Il tempo dedicato per un colloquio psicologico o per una consultazione può variare molto di più anche perchè è un intervento saltuario od occasionale per quale ci potrebbe volere più o meno tempo a seconda dei casi. Per questi motivi il colloquio psichiatrico spesso non ha un tempo fisso. Solitamente, se è abbastanza frequente, può arrivare a durare anche una ventina di minuti.
Esistono anche terapie di coppia? la psicoterapia di coppia fa terminare le relazioni?Sì, la terapia di coppia è sicuramente una delle psicoterapie meno conosciute ma più in crescita. Le coppie spesso entrano in crisi ma non altrettanto spesso riescono a superarle all’interno di loro stessi. Per tale motivo la terapia di coppia può essere uno strumento utile. La psicoterapia di coppia è un percorso terapeutico che si fa in due e che ha come riferimento gli aspetti disfunzionali della coppia, quelli che creano sofferenza e conducono alla crisi di coppia. A seconda degli orientamenti si svolge in modo diverso ma il comune denominatore di tutte le teorie è che il lavoro principale si svolge in coppia. Le sedute sono di coppia e quindi concretamente ci sarà la coppia che si parla e interagisce di fronte al terapeuta. Nonostante sia un pensiero comune nella società, non è così frequente che la terapia di coppia produca la fine del rapporto, al contrario l’obiettivo e l’esito sono spesso di fortificare la relazione di coppia.
Esistono anche psicoterapie per bambini e adolescenti?Certamente! Le psicoterapie per i bambini sono molto diverse da quelle con gli adulti, ma non per questo sono meno utili. Al contrario la grande plasticità della mente del bambino può essere un fattore prognostico positivo. Il lavoro con i bambini, diversamente dalla psicoterapia nell’adulto o nella coppia, avviene in gran parte tramite strumenti alternativi alla parola, come per esempio il gioco o il disegno. Anche nei casi di crisi o disagi adolescenziali importanti la psicoterapia può essere una strada, infatti, la psicoterapia degli adolescenti può essere spesso molto efficace proprio poichè il loro vivere una fase di sviluppo facilita i cambiamenti, che possono essere più rapidi che in un adulto. Talvolta nelle psicoterapie ai bambini e agli adolescenti vengono coinvolti anche i genitori che possono essere aiutati anche tramite un sostegno individuale (centrato sulla funzione genitoriale), indipendente da quello del bambino o adolescente.
C’è solo la psicoterapia per risolvere i problemi del bambino?No, proprio ultimamente sono in grandissima espansione altri tipi di trattamento che non coinvolgono direttamente il bambino ma i suoi genitori. Nello specifico i recenti esperimenti dell’Infant Research hanno mostrato come i video dell’interazione madre bambino (o padre bambino) possono essere uno strumento molto utile ed efficace. I video permettono di vedere i problemi relazionali o comportamentali del bambino e di riflettere su come i genitori possono interagire con lui per provare ad alleviarli o risolverli. Nonostante sia uno strumento poco conosciuto, il video intervento è in ampio sviluppo in tutto il mondo ed è molto potente. Uno dei motivi della sua efficacia è dato dalla frequenza dell’intervento. Se ci pensate, i genitori passano molto più tempo con il loro bambino dello psicologo e quindi affinare le LORO tecniche interattive, a seconda dei problemi del figlio, permette di lavorare con maggiore frequenza ed efficacia. Il video intervento sui genitori e sul loro rapporto con il bambino può essere una tecnica alternativa alla psicoterapia del bambino o in abbinamento ad essa e trova ampia applicazione in svariati casi, tra i quali: problemi genitori figli, problemi di socializzazione del bambino, disturbi psichici, disturbi comportamentali, problemi scolastici, problemi con bambini adottati, problemi in fase di separazione e problemi evolutivi. Il video intervento, basandosi sull’analisi delle microsequenze relazionali, è molto utile quando i bambini sono molto piccoli e viene usato spesso come intervento con mamme adolescenti con neonati o bambini prematuri con problemi.
Una terapia sul bambino può risolvere i suoi problemi a scuola?Sì, può essere. Bisogna tenere presente però che i problemi scolastici sono spesso l’esito di problemi comportamentali o psichici di altro tipo e quindi non ci si può aspettare che il miglioramento a scuola sia il primo effetto della terapia. Può succedere ma non sempre succede e, spesso, non può essere l’obiettivo primario della terapia con bambino che ha come fine il suo benessere e sviluppo.
Si può fare una terapia farmacologica e una psicoterapia insieme?Sì, non vi è nessuna controindicazione a proposito! Di solito le figure professionali sono differenti (psichiatra per la farmaco terapia e psicoterapeuta per la psicoterapia) e nel caso ci sia un lavoro di equipe può essere un ottimo progetto terapeutico. Certe volte può essere una trattamento elettivo perchè , in alcuni casi specifici, il farmaco ha un’azione rapida che permette di migliorare velocemente alcune manifestazioni sintomatiche. Ciò aiuta la persona a stare meglio e ad iniziare un percorso psicologico dove mettere a fuoco le cause scatenanti il malessere psichico. Non sempre si sceglie questa soluzione, anche in casi di sintomi molto invalidanti, perchè comunque si valuta da persona a persona.
La depressione è meglio trattarla solo con terapie farmacologiche? Quale è la terapia principale della depressione, farmaco o psicoterapia?In realtà gli studi, non foraggiati da case farmaceutiche, sottolineano che non c’è un trattamento elettivo. Cito uno studio di Roth e Fonagy del 2007. Secondo questo studio la terapia farmacologica ha un’efficacia equivalente alla psicoterapia. Il trattamento che sembra avere miglior effetto è quello combinato: psicoterapia più trattamento farmacologico. In uno studio di De Jonghe, Rijnierse, Janssen del 1994 (con 165 soggetti reclutati) si rileva che, a distanza di 24 mesi dall’episodio depressivo, il 60% delle persone trattate con psicoterapia più farmaco stanno meglio mentre il tasso di successo della sola farmacoterapia è del 40%. Va detto che nella pratica clinica talvolta è difficile iniziare una psicoterapia per un soggetto che soffre di una forma di depressione grave perchè i sintomi sono molto invalidanti, quindi si preferisce iniziare una farmacoterapia, aiutare la persona a stare meglio, e successivamente pensare di proporre un percorso psicoterapico. Se la depressione non è grave e invalidante l’iter terapeutico può essere differente. Riferitevi sempre ad uno psichiatra o ad uno psicoterapeuta per la diagnosi di depressione perchè, nonostante il termine e la diagnosi sia molto in voga, solo uno specialista ha l’esperienza per riconoscere un vero quadro depressivo.